martedì 17 giugno 2008

La Cena dello Imperatore


Peretola - San Biagio a Petriolo


"Roma caput mundi, Peretola secundi"

Dai vecchi del paese questo detto veniva pronunciato con tono grave ed assentendo con la testa ma nessuno sapeva spiegarne il significato. La comparsa dell’imperatore d’Oriente a Peretola, con tutto il misterioso fascino che il personaggio emanava nell’antica mentalità popolare, fu senz’altro un evento che all’epoca onorò il paese e tali fatti lasciavano sempre traccia nella memoria locale. Considerando come nel Rinascimento fosse assai attenuato il mito degli imperatori romani non è da escludere che il curioso detto abbia origine proprio da questo avvenimento.
L’imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII, il Paleologo, il 27 luglio 1439 comparve con il suo seguito sulla piazza di Peretola ed il caso volle venisse ospitato da Giovanni de’ Pilli nel suo palazzo di Petriolo.A tal proposito, nel borgo di Petriolo, qualche secolo dopo, arrivò un altro grande dignitario orientale quale il principe indiano Rajaram Chuttraputti Maharajah di Kholapur, dell’evento resta il bellissimo monumento ed il toponimo l’Indiano. Ma torniamo all’imperatore di Costantinopoli come lo troviamo nelle memoria di Giovanni de’ Pilli.


“A di 27 di luglio MCCCCXXXVIIII, trovandomi io Giovanni di Jacopo di Latino de’ Pigli in su lora terza, o poco prima, sulla piazza di Peretola, vidi venire, dalla via di Prato, messer Agnolo di Jachopo Acciaiuoli chon alcuanti famigli, et dicto sonando alla porta della chiesa di Peretola, et fece pichiare alchune volte. Et veggendo io non gl’essere aperto, andai allui, et domandolo quello andassi faciendo, et quello voleva dal priore, sella mia domanda era honesta. Rispuosemi: io vengho da Pistola et da Prato in chompagnia dello imperadore di Chostantinopoli”.II prete rifiutò l’ospitalità chiesta dall’Acciaiuoli, a tal punto Giovanni de’ Pilli propose il suo palazzo a Petriolo che venne di buon grado accettato.“et diritto a chasa nostra lo chondusse, nella quale venne chon quaranta in cinquanta chavagli molto bene a punto et chon molti suoi baroni, signori e gentili huomini; er perche lui era perduto nelle gambe entro insino nella nostra sala a chavallo (…) e quivi dormi uno sonno per insino che quegli suoi providono al suo mangiare (…) Et nota, chella prima vivanda mangio una insalata di porcellana et di prezemoli chon molte cipolle, et lui stesso volle nettare.Dipoi ebono pollastri e pipioni lessi, e dipoi pollastri e pipioni squartati e fritti nella padella con lardo (…) ellultima sua vivanda fu certe huova gettate in sui mattoni chaldi, dove serano cotte laltre cose; e messogliele in una scodella chon molte spezie (…) In sulla sera, a ore XXIII, e per ventura più tardi, messere Agnolo mando per me, chero nellorto chon quelli suoi gentili huomini, et feciemi inginocchiare ai piedi del detto imperadore (…) e menatogli il chavallo in sala, e serrato luscio, monto a chavallo, e tennono alla via di Firenze lungho larno. Et noi dipoi, a chommemorazione delle suddette chose, faciemo dipignere larme sua di sopra luscio della nostra sala, chome anchora si vede.”


A memoria dell'evento sulla facciata del palazzo de' Pilli verrà scoperta una lapide marmorea.


Note a cura di Marco Conti


Ecco invece come l’assessore Eugenio Giani al Turismo di Firenze commenta l’evento:


“La cena dell’Imperatore vuole rievocare l’episodio storico che evidenzia la rilevanza che Peretola ha avuto quale centro autonomo da Firenze nel contesto di una vasta area che da Prato al centro storico di Firenze evidenziava comunità con una propria storia e identità.


Peretola è cresciuta nel tempo come borgo e quindi come paese per l’importanza fondamentale delle vie di comunicazione, le attuali strade ‘Pratese’ e ‘Pistoiese’, fondamentali riferimenti per l’attraversamento trasversale dalla Toscana da Firenze al mare, ma anche snodi per l’attraversamento degli Appennini nei vari punti che ogni epoca storica ha singolarmente privilegiato, dal passo delle Radici, alle montagne Pistoiesi.


Peretola costituiva centro di alloggio per viandanti che lambivano Firenze senza dover entrare nelle antiche mura che peraltro venivano chiuse all’imbrunire.


Fu motivo di grande orgoglio e rilevanza storica per Castruccio Castracani, ci raccontano le Cronache di Giovanni Villani, arrivare ad occupare Peretola per organizzare il definitivo assalto a Firenze nei primi anni del secolo XTV, salvo poi essere impossibilitato dal sopraggiungere della morte con malattia febbrile che lo portò a soccombere in appena tre giorni.


La vitalità e senso di autonomia della parte ad Ovest di Firenze del resto è ben presente agli storici che sanno come fino al 1930 Brozzi e Peretola siano stati Comune autonomo dotati di proprio Municipio, organi partecipativi, capacità di indirizzo e decisione sullo sviluppo locale.


Non vi è quindi certo da meravigliarsi se nel Borgo che ha dato origine al ceppo dei Vespucci, così caro al celebre Amerigo, l’Imperatore Giovanni VIII Paleologo abbia deciso di fermarsi una calda sera di luglio del 1439 quando, per volontà di Cosimo il Vecchio, Firenze era al centro del più grande evento internazionale per la Cristianità: il Concilio con il quale il Papa Eugenio IV intendeva proporsi il delicato e grandioso obiettivo della riunificazione fra la chiesa Cattolica d’Occidente e quella Ortodossa d’Oriente.


Giovanni VIII Paleologo veniva da Prato e probabilmente intendeva essere ospitato nella chiesa, ma l’ospitalità del nobile Giovanni dei Pilli gli consentì di trascorrere serenamente la notte nel palazzo di famiglia della nobile dinastia ‘de Pigli’. Si tratta di un episodio che sarà ricordato in una lapide posta sul palazzo a cura del Circolo Bruno Cecchi, meritoria istituzione di Peretola.


Occorre trarre spunto da questo episodio per capire come la storia di Peretola e Brozzi debba essere attentamente riscoperta e valorizzata trovando sempre più; occasioni di ricordo dell’identità dell’antico centro oggi integrato nel più complessivo sviluppo di Firenze.


Grazie a Marco Conti e al Prof. Marco di Branco per la passione e competenza del loro lavoro di ricerca, a Renzo Funosi per l’insostituibile ruolo di organizzazione e promozione delle realtà sociali operanti a Peretola.”

La trattoria "da Burde", con i suoi cento anni di attività, costituisce un punto di riferimento gastronomico e culturale locale. L'ambiente è caratterizzato da un arredamento stratificatosi durante il suo lungo trascorso storico. La trattoria fa parte degli esercizi storici fiorentini e la sua cucina è stata anche codificata come "tipica" dal Comune. Specializzata nella cucina fiorentina a carattere familiare, fra l'altro, propone anche gli antichi sapori dei piatti medioevali.


LINK ALLA TRATTORIA: http://www.burde.it/